Quando si parla di intolleranza alle lenti a contatto bisogna distinguere due casi
a) INTOLLERANZA ALLE LENTI ACONTATTO DOVUTA ALLA SECCHEZZA OCULARE
b) INTOLLERANZA ALLE LENTI A CONTATTO PER ALTRE CAUSE
Il punto A verra’ trattato in un capitolo a parte data la sua complessita’
Riguardo al punto B una delle prime cause di intolleranza alle lenti a contatto riguarda
1) ERRORE DEI PARAMETRI : spesso nella pratica quotidiana mi accorgo che molte lenti sono troppo larghe o troppo strette rispetto ai parametri personali. In quest’ultimo caso l’ottico- optometrista dovra’ suggerire lenti su misura che rispettano la fisiologia del proprio occhio.
In genere una delle piu’ importanti manifestazioni di quanto detto sopra e’ l’occhio arrossato a causa di un movimento eccessivo della lente ( lenti larghe) oppure un arrossamento perilimbare progressivo asintomatico (lenti strette). In alcuni casi si assiste all’abrasione corneale.
2) ERRATA COMPENSAZIONE DELL’ASTIGMATISMO: non e’ sufficiente comprare delle lenti a contatto che sulla scatola riportino dei parametri congruenti con la ricetta personale ( astigmatismo e asse) ma l’ottico-optometrista dovra’ controllare che la lente indossata non compia una rotazione anomala in senso orario o antiorario durante il porto che ne alteri la correzione in termini di entita’ ed asse dell’astigmatismo.
3) ERRORE NELLA SCELTA DEL MATERIALE : tendenzialmente non esiste un materiale ideale per tutti ma il materiale piu’ adatto alle proprie caratteristiche oculari ed esigenze .
Ad esempio se la propria lacrimazione e’ tendenzialmente grassa le lenti a contatto in “silicone hidrogel” considerate tra quelle di ultima generazione sono le meno indicate : tenderanno infatti , con l’utilizzo, a sporcarsi molto facilmente e quindi l’ottico – optometrista dovra’ trovare delle soluzioni disinfettanti e/o idratanti adeguate a risolvere tale problematica oppure occorrera’ variare il tipo di materiale altrimenti il tutto si tradurra’ in sensazione di corpo estraneo e visione offuscata che costringera’ all’abbandono della lente.
4) UTILIZZO DELLE LENTI IN AMBIENTI O SITUAZIONI NON IDONEE : spesso pensiamo di poter indossare le lenti a contatto in qualsiasi situazione ed invece sconsiglio vivamente di utilizzare le lenti a contatto in situazioni come
a) Cantieri – ambienti molto polverosi
b) Ambienti troppo ventilati-climatizzati che favoriscono l’asciugarsi del polimero
c) Ambienti troppo umidi che favoriscono la proliferazione batterica
d) Contaminazione con acqua di mare o del rubinetto
e) Mentre si dorme : la mancanza di ossigeno nella cornea provoca un indebolimento della stessa aumentando le probabilita’ di un’infezione , edema , arrossamento oculare ecc..
f) Porto della lente a contatto oltre il numero di giorni stabilito ( ad esempio una lente quindicinale utilizzata per 30 giorni ) oppure oltre il numero di ore al giorno stabilito dal contattologo in base ad alcuni parametri personali
5) UTILIZZO DELLE LENTI A CONTATTO QUANDO SI ASSUMONO DEI FARMACI : in particolare si puo’ verificare un
Aumento del deposito sulla lente a contatto nel caso di assunzione di contraccettivi orali, disopiramide e clorpromazina.
Decolorazione della lente a contatto nel caso di assunzione di rifampicina, sulfasalazina e tetraciclina.
Edema corneale nel caso di assunzione di contraccettivi orali, digossina e primidone.
Ridotto ammiccamento : nel caso di assunzione di ansiolitici, ipnotici, antistaminici e miorilassanti.
Lacrimazione ridotta nel caso di utilizzo di contraccettivi orali, antistaminici, antimuscarinici, fenotiazine, alcuni beta-bloccanti, diuretici e antidepressivi triciclici.
Aumento della lacrimazione nel caso di assunzione di fedrina e idralazina.
Infiammazione della congiuntiva nel caso di Isotretinoina e acido salicilico.
Tutte queste problematiche legate all’utilizzo in particolare di alcuni tipi di farmaci portano al potenziale abbandono della lente a contatto dovuto a fenomeni di intolleranza a breve o a lungo termine .
6) COMPLICANZE ALLERGICHE : in caso di allergia acuta difficilemnte vengono tollerate le lenti a contatto. Nei casi non gravi sotto stretto controllo medico si possono indossare lenti giornaliere per un numero di ore stabilito dal patologo con eventuale utilizzo di colliri compatibili con le l enti in grado di ridurre la risposta immuinitaria .
7) SCARSA IGIENE : La mancata pulizia favorisce l’accumulo di proteine dei depositi lipidici sulla lente, che possono causare irritazione della cornea e compromissione visiva. Batteri e protozoi possono formare una pellicola sulla superficie del dispositivo, mentre i filamenti fungini possono invadere la lente stessa. Depositi o danni possono verificarsi anche per il contatto diretto con altre sostanze, come spray per capelli, make-up, fumo o creme per le mani. Spesso quanto detto puo’ portare a delle serie complicanze come ipossia corneale, cheratite infiltrativa fino alla cheratite microbica grave con ricovero ospedaliero.
8) DANNI DELLE LENTI: I danni possono verificarsi in forma di graffi o rotture, soprattutto se sul dispositivo viene esercitata un’eccessiva pressione durante il processo di pulizia o se questo è stato conservato a temperature troppo elevate (ad esempio, risciacquo in acqua calda o permanenza delle lenti sul cruscotto dell’auto). Una lente a contatto danneggiata può causare difficoltà nel correggere un errore di rifrazione, irritazione locale e deformazione della cornea. Inoltre, lenti a contatto danneggiate sono più a rischio di colonizzazione da parte di patogeni, che possono determinare l’insorgenza di congiuntivite o cheratite.Il deterioramento è più comune con le lenti a contatto morbide rispetto alle rigide gas-permeabili (RGP).